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Antoine Ferrari (1910-1995) Natura morta con cesto, fichi".
Natura morta con cesto
Olio su isorel
Firmato in basso a destra
Titolato e controfirmato sul retro
54 x 65 cm senza cornice
Quest'opera del più espressionista degli artisti provenzali, Antoine Ferrari, è caratterizzata da ampie e untuose pennellate di colore applicate su una tela spessa, con i pennelli che danzano sulla tela a suon di colori.
Questo olio su tavola, in perfetto stato originale, è presentato in una cornice moderna di 68 cm per 80 cm e 54 cm per 65 cm per la sola tela.
Raffigura una natura morta con cestino, trattata con la consueta passione ed energia di questo grande artista.
È firmata in basso a destra.
Studente all'Ecole des Beaux Arts di Marsiglia, rinuncia alla sicurezza del mestiere di sarto del padre.
Questa scelta lo porta a rompere con la famiglia.
A diciassette anni parte per Parigi con due colleghi scultori, Morenon e Cadenat.
Per sopravvivere, lavora in un laboratorio di decorazione teatrale, che gli permette di frequentare le Beaux Arts di Parigi.
Dal 1928 espone a Marsiglia con la Jeune Peinture du moment di Guibert.
L'anno successivo incontra Pierre Ambrogiani.
Dal 1930 la sua città natale gli sovvenziona gli studi a Parigi.
Nel 1937 riceve il Premio Abd-el-Tif, una borsa di soggiorno che gli permette di trascorrere due anni ad Algeri, dove acquisisce la sua schietta espressione del colore.
Fin dagli esordi a Parigi, ammira anche Soutine, di cui rileva lo studio in rue Saint Gothard, in particolare per i suoi tel éclat rouge e sermentin vert.
I paesaggi hanno un ruolo importante nella sua opera, così come i paesaggi marini del Vecchio Porto, ma non trascura i ritratti, per i quali ha una predilezione.
Allo stesso modo, grandi nudi, bouquet brillanti e nature morte sono presenti in ogni fase del suo lavoro.
Il suo gesto, che dopo una lunga riflessione scatta come una frusta, lo rende un pittore impulsivo, senza dubbio il più espressionista dei provenzali contemporanei.
Van Dongen ne ammira il talento e lo fa ammettere al Salon d'Automne del 1927.
Antoine Ferrari (1910-1995) Natura morta con cesto, fichi".
Natura morta con cesto
Olio su cartone rigido
Firmato in basso a destra
Titolato e controfirmato sul retro
54 x 65 cm senza cornice
Ampie e lisce aree di pittura applicate in una materia spessa, pennelli che danzano sulla tela a suon di colori per quest'opera del più espressionista degli artisti provenzali Antoine Ferrari.
Questo olio su tavola in perfetto stato originale è proposto in una cornice moderna che misura 68 cm per 80 cm e 54 cm per 65 cm per la sola tela.
Rappresenta una natura morta con cesto trattata con la consueta passione ed energia di questo grande artista.
È firmata in basso a destra.
Studente all'Ecole des Beaux Arts di Marsiglia, rinuncia alla sicurezza della professione di sarto del padre.
Questa scelta lo spinge a rompere con la famiglia.
A diciassette anni parte per Parigi con i due colleghi scultori Morenon e Cadenat.
Per sopravvivere, lavora in un laboratorio di decorazioni teatrali, il che gli permette di frequentare i corsi delle Beaux Arts di Parigi.
Espone a Marsiglia nel 1928, con la Giovane pittura del momento di Guibert.
L'anno successivo incontra Pierre Ambrogiani.
A partire dal 1930, la sua città natale sovvenziona i suoi studi a Parigi.
Espone a Marsiglia nel 1928, con la Giovane pittura del momento di Guibert.
L'anno successivo incontra Pierre Ambrogiani.
A partire dal 1930, la sua città natale sovvenziona i suoi studi a Parigi.
Nel 1937 ottiene il Premio Abd-el-Tif, una borsa di soggiorno che gli permette di trascorrere due anni ad Algeri; qui acquisisce la sua schietta espressione di colore.
Dagli esordi parigini, inoltre, conserva un'ammirazione - soprattutto nei lampi rossi o nei giuramenti verdi - per Soutine, di cui rileva l'atelier in rue Saint Gothard.
Il paesaggio gioca un ruolo importante nella sua opera, così come i paesaggi marini del Vecchio Porto, ma non trascura la ritrattistica per la quale ha una predilezione.
Allo stesso modo, grandi nudi, mazzi di fiori e nature morte sono presenti in ogni periodo della sua opera.
Il suo gesto, che dopo una lunga riflessione si sprigiona come una frusta, lo rende un pittore impulsivo, senza dubbio il più espressionista dei provenzali contemporanei.
Van Dongen, ammirando il suo talento, lo fa ammettere al Salon d'Automne nel 1927.
Ref: J81HWEJK69