Sfinge in terracotta, XVIII secolo
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Sfinge in terracotta, XVIII secolo

XVIII secolo
Luigi XIV
CONSEGNA
Da: 93400, Saint-Ouen, Francia

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    Sfinge
    Terracotta
    XVIII secolo

    Grande sfinge in terracotta con testa di donna, fine Luigi XV - inizio Luigi XVI (tra il 1770 e il 1776). Raffigura un busto femminile con corpetto scollato, che indossa un abito senza maniche e con cappuccio detto "domino", e un'acconciatura "infantile", con capelli ricurvi e arricciati sul davanti e un nastro sul retro. La creatura mitologica, le cui due zampe poggiano su un cuscino con nappe, porta al collo un medaglione curvo a forma di cuore, che riprende l'analogo ornamento del tessuto drappeggiato sulla groppa.

    In uno dei suoi dipinti del giovane Mosè salvato dalle acque (1638), Nicolas Poussin aggiunse una testa di donna alla tradizionale figura della sfinge. In questo senso, il pittore attico, che in sogno cantava le lodi dell'Arcadia, collega la miracolosa sopravvivenza del figlio prescelto da Dio al trionfo sulla distruzione della vita, dell'acqua, del Nilo personificato, su cui si basa il doppio simbolismo della sfinge nella statuaria antica. Animale mitologico dal corpo di leone e dalla testa umana, un tempo emblema della scrittura geroglifica ma temuto anche nella sua chimerica esistenza, la sfinge può quindi apparire sia come spirito insidioso che nega tutto (cfr. Edipo) sia come figura tutelare, protettiva e vigile nel suo potere enigmatico.

    La sfinge in questione è rappresentativa dell'evoluzione del significato attribuitole nella statuaria a partire dal XVII secolo: Dapprima ambivalente, capace di suscitare paura e stranezza, diventa rassicurante e benevola, sempre avvolta in un misterioso silenzio da cui non si ritira mai per fare la guardia inflessibile davanti alle residenze nobiliari, o ai margini di un parco: il suo potere è trasfigurato nella pietra, e rappresenta l'eterno sovrano, despota e paterno.

    La scultura che ci interessa si colloca alla confluenza di un manifesto politico e di un discorso estetico: tra le prime sculture di sfingi conosciute in Francia, risalenti alla fine del XVII secolo, alcune di esse, quattro in numero, sembrano portare le fattezze di alcuni dei favoriti del re Luigi XIV (1). Con i capelli alla maniera di Fontange - una delle ultime amanti del monarca, che ebbe vita breve - mostrano la grazia e il riserbo del favore conquistato, sdraiandosi a seno scoperto. Allo stesso modo, la nostra scultura cristallizza una sapiente sintesi di una certa eleganza delle relazioni interpersonali - e dell'entre-soi, il cui luogo d'elezione nel Settecento parla da sé: i parchi, in particolare quelli reali e principeschi. Se le sfingi settecentesche più famose giunte fino a noi sono quelle che troneggiano in cima allo scalone del castello di Ménars (Loir-et-Cher), raffiguranti la marchesa di Pompadour (2), è perché quest'ultima, non contenta di aver regnato sull'influenza delle arti decorative a corte sotto Luigi XV, ha dato vita senza tempo al proprio modello di filosofo prediletto e protettore dell'Illuminismo attraverso una serie di creazioni artistiche - in pietra.

    Qual è l'identità di questa sfinge con un misterioso nastro legato al collo? Il medaglione a forma di cuore è probabilmente un reliquiario d'amore e, contenendo qualche ardente ricordo, potrebbe evocare un'altra innamorata di Luigi XV, la contessa du Barry (3), di cui condivise gli ultimi anni fino al 1774. Sebbene vi siano somiglianze tra alcune sculture di sfingi, non ve n'è una che offra un insieme completo di caratteristiche identiche. (4)

    Da qui la dimensione esclusiva della scultura in questione: la delicatezza della testa girata di un quarto, non comune prima del 1770, la sapiente elaborazione dell'acconciatura istoriata, il movimento altero con cui la figura impenetrabile e sorridente sembra muoversi, contribuiscono a una naturale maestosità che si addice all'arte dei giardini occidentali dal Rinascimento in poi, e in questo caso nel XVIII secolo. L'ultimo interrogativo, tuttavia, riguarda il suo scopo e la sua collocazione originaria. Un enigma, così come la stranezza del suo fascino rimane, in un muto soprannaturale, intera. (5)

    LAVORI CORRELATI :
    1. Quattro sfingi di marmo bianco con teste di donna, presunti ritratti delle amanti di Luigi XIV; sono raffigurate sdraiate, con il corpo parzialmente coperto da un panneggio decorato con nappe e trattenuto sul petto da un fiocco. Inizio del XVIII secolo (H. 80 - L. 100 - L. 40 cm). Provenienza: castello in Bretagna, castello di Royaumont e castello di Chantilly. Vendita dell'8 maggio 1901 presso Drouot.
    2. Coppia di sfingi "Pompadour", Parc et Château de Ménars (Loir-et-Cher).
    3. Coppia di sfingi in terracotta con bambino, metà del XVIII secolo (H. 75 - L. 90 - P. 45 cm) Provenienza: vendita Sotheby's dicembre 2008.
    4. Coppia di sfingi in biscuit di Sèvres raffiguranti la contessa du Barry, 1780 circa (largh. 10 - prof. 16 - alt. 1 cm).

    Ref: TLDQUH4ZBE

    Stato Buono
    Stile Luigi XIV (Sculture in terracotta Stile Luigi XIV)
    Epoca XVIII secolo (Sculture in terracotta Epoca XVIII secolo)
    Paese di origine Francia
    Artista Non Signé
    Larghezza (cm) 53
    Altezza (cm) 106
    Profondità (cm) 141
    Tempi di spedizione Pronto per la spedizione in 4-7 giorni lavorativi
    Localizzazione 93400, Saint-Ouen, Francia
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