Ritratto dell'alchimista Ermete, Pittore manierista fiammingo XVII secolo

Pittore manierista fiammingo (primi del XVII secolo)

Ritratto di Ermete Trismegisto (alchimista egiziano vissuto nel XIII secolo a.C.)

Olio su tavola
41 x 33 cm. - In cornice antica 51 x 43 cm.

L’opera appartiene ad una serie di tre dipinti, insieme ai ritratti degli alchimisti Geber (link) e Morieno Romano (link)

Il dipinto ritrae un alchimista, antica figura da sempre portatrice di fascino e mistero per la sua perfetta commistione tra scienza ed esoterismo, che mirava a conquistare l'onniscienza, ovvero il massimo della conoscenza in tutti i campi del sapere. Tra i grandi obiettivi dell’alchimia vi era la ricerca dell’elisir della vita eterna o la trasformazione dei metalli poveri in oro, pratica che si riteneva fosse raggiungibile attraverso la "pietra filosofale".

Quella dell’alchimista pertanto, con le sue pratiche e conoscenze segrete, è una figura descritta al confine tra studioso e mago, capace di compiere trasformazioni straordinarie, qui ben rappresentata da un pittore manierista fiammingo attivo tra XVI e XVII secolo.

Nel nostro caso si tratta, in particolare, del ritratto di Ermete Trismegisto, personaggio leggendario dell'età ellenistica, a volte considerata come una divinità (identificato dai greci con il dio egiziano Thot) altre volte come un uomo, considerato il fondatore dell'alchimia e il maestro di tutte le scienze occulte, nonché della corrente filosofica nota come ermetismo.

Venerato come maestro di sapienza è ritenuto l'autore del "Corpus hermeticum", una raccolta di scritti, principalmente in greco, che contengono insegnamenti filosofici, teologici e magici, considerati come originari di un’antichissima sapienza.

L'alchimista tiene in mano una pergamena srotolata, su cui possiamo leggere la locuzione ‘quod est superius est sicut quod inferius et quod inferius est sicut quod est superius’, tratta dalla Tavola di Smeraldo, breve testo che ispirò gli alchimisti e secondo la leggenda popolare scritta proprio da Ermete Trismegisto.

La sua figura viene qui accostata alla fenice, l’uccello leggendario che nell'antica mitologia si rinnova dal fuoco, ed è pertanto associata all'immortalità, alla capacità di superare la morte e di rinascere. L'alchimia cerca di trasformare sostanze comuni in oro attraverso un processo che può essere visto come una metamorfosi simile alla fenice che rinnova se stessa dal fuoco.

Il soggetto è ispirato alla stampa del frontespizio del trattato alchemico ‘Basilica chymica’ (1608) di Oswald Croll (Wetter, 1560 – Praga, 1609), alchimista e medico tedesco dell'imperatore Rodolfo II, che raffigura i più celebri alchimisti della storia, e delle formule arcane inserite in simboli geometrici.

Dettaglio della copertina del trattato alchemico ‘Basilica chymica’ (1608) scritto da Oswald Croll (Wetter, 1560 – Praga, 1609) (https://pt.m.wikipedia.org/wiki/Ficheiro:Hermes_Trismegistus_illustration_Wellcome_L0016507.jpg)

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:

Il dipinto viene venduto completo di una cornice antica ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.

Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l'Italia che per l'estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.

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Ref: T8TMXCMLGI