Maschera "Kpélié" - Popolazione Sénoufo, 1950, Costa d'Avorio

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Maschera Kpélié Cultura Sénoufo, Costa d'Avorio
Legno ricoperto di lastre di rame, sormontato da una coppia di due buceri, 1950 circa
Dimensioni: H: 36,5 cm L: 14,5 cm


Le popolazioni di lingua Sénoufo sono distribuite su un vasto territorio che va dal sud del Mali, al sud del Burkina Faso fino al nord della Costa d'Avorio. Oggi esistono una trentina di sottogruppi diversi. I Sénoufo hanno una struttura religiosa ricca di simboli e riti legati ad un'organizzazione iniziatica basata su fasce di età maschili, i poro. In effetti, la vita degli uomini è scandita da fasi che includono l'iniziazione per passare da ragazzo a uomo. La società iniziatica Lô è la più grande e si occupa dell'iniziazione dei giovani ragazzi.
I ragazzi imparano i loro ruoli, la genealogia, la religione, le questioni sociali e una lingua speciale. Le iniziazioni si svolgono in zone lontane dal villaggio, in segreto, in boschi sacri. Questa iniziazione è molto lunga e può durare in certi casi tre fasi di sette anni. Gli oggetti vengono poi realizzati da scultori professionisti capaci di controllare la forza spirituale contenuta nei materiali. Al termine di queste tappe iniziatiche, l'iniziato è uno degli uomini che sanno, il saggio.


La maschera Kpélié ha un posto specifico, viene utilizzata durante le cerimonie di iniziazione della società Lô, durante i funerali e durante le cerimonie del raccolto. Le maschere Sénoufo hanno molti nomi tra cui kpélié, kodelié o kulié. Kulié è un termine che deriverebbe da ku = morte e ié = volto, il che potrebbe indicare che la maschera è associata ad un antenato. In effetti, per queste popolazioni è importante il culto degli antenati.


Le maschere Sénoufo hanno forme caratteristiche che ne permettono l'identificazione. Il viso è ovale, il naso è lungo, la bocca piccola che in alcune zone può mostrare i denti, il mento è lungo e angoloso. Intorno al volto vengono aggiunti elementi periferici, in particolare elementi frontali figurativi spesso associati a uno dei cinque animali mitologici, ciascuno antenato di un clan. La nostra maschera presenta due uccelli, che potrebbero rappresentare il bucero, l'uccello mitologico associato al concetto di procreazione e antenato del clan dei fabbri. Quindi la presenza dell'uccello permetterebbe di limitare l'uso della maschera a questo stesso clan.
Gli uccelli sono circondati ai lati da corna di ariete, caratteristiche di queste maschere senza che sia possibile definirne l'origine simbolica. A livello delle guance notiamo semiellissi o triangoli e nella parte inferiore quelle che sembrano gambe. Tutte le maschere segnano un'opera altamente simbolica di simmetria ed equilibrio delle forme.


L'interpretazione precisa dell'uso di queste maschere differisce, Albert Maesen suggerisce che queste maschere vengano utilizzate durante le prime due fasi dell'iniziazione e che evochino paura. Bohumil Holas dal canto suo trova una spiegazione metafisica e presenta un legame con la spiritualità e la meditazione che sarebbe accessibile solo agli iniziati superiori, la maschera ricorderebbe quindi l'imperfezione e la precarietà della condizione umana.

Alcune maschere come la nostra presentano metallo applicato al legno sotto forma di strisce fissate con chiodi a testa tonda. Questa specificità ricorda gli oggetti che si possono trovare tra i Bamana e i Marka. La funzione di queste maschere metalliche rimane poco chiara per quanto riguarda il loro utilizzo durante le cerimonie religiose.

Ref: W04YIQ2N3B